Le prime notizie su Monte Berico provengono da un documento del 1263 dove viene chiamato monte bericano dal nome del sottostante quartiere di berga. Dopo il 1061 il vescovo Liudigerio concedeva il colle alle monache di San Pietro che nel punto più alto del tratto in cui, più tardi, furono costruite le scalette eressero una piccola chiesa chiamata San Pietro in monte.
Una rustica serie di scalini da porta di monte saliva alla chiesa. La costruzione non aveva molta attrattiva ed era scomoda da raggiungere. Durante il XIV secolo essa fu anche sede dei Cavalieri della Beata Vergine Gloriosa, detti Cavalieri Gaudenti. Dopo l’apparizione della Vergine a Vincenza Pasini e con la costruzione della chiesa dedicata a Maria nel 1428, questa piccola chiesa perse importanza e fu abbandonata.
Intorno al 1480, a scopo difensivo, un piccolo castello fu costruito sull’area dell’antica chiesa di San Pietro in Monte. Nell’anno 1595 furono nominati podestà Stefano Trevisan e capitanio Giacomo Bragadin.
Il podestà Trevisan fece costruire sul fronte della cittadina torre bissara, un’edicola con una composizione in pietra di Vicenza e stucco con una Madonna incoronata tra i Santi Vincenzo e Stefano, L’apparato fu realizzato dalla bottega degli Albanese. Il Capitanio Bragadin, ripreso un progetto di Andrea Palladio del 1576, fece costruire l’imponente arco trionfale alla base delle scalette.
I lavori vennero affidati a Francesco Albanese; le statue sulla parte superiore dell’arco sono di Giovan Battista Albanese, mentre le due presenti nelle nicchie interne sono opera di Orazio Marinali e rappresentano, una, l’arcangelo annunziante e l’altra la vergine Maria Molti fedeli della città e della regione salivano il monte per rendere grazie all’immagine della Madonna. L’ unica strada di accesso erano le scalette.
Queste vennero rifatte come sono ora in 192 gradini suddivisi in rampe. Molti fedeli salivano in ginocchio tutti gli scalini. La strada proseguiva per un tratto pianeggiante fino alla cappella del Cristo e infine saliva per l’ultimo tratto fiancheggiato, sulla sinistra, da un porticato a colonne di pietra sormontato da archi, alla rustica.
Dopo il 1614, lungo questo percorso furono costruite su progetto dell’architetto Natale Baragia e a spese del P. Bartolomeo Ghellini 15 cappellette disseminate lungo il percorso, nelle quali erano dipinti i misteri del rosario. Già nel 1624 le Scalette avevano dovuto essere riparate, perché ridotte in pessime condizioni e nel 1703 se ne constatava la quasi totale impraticabilità; anche il porticato era ormai fatiscente. Con la costruzione dei portici del Muttoni, furono demoliti i vecchi portici e le cappellette. Le scalette furono riparate.
Di Adriano Bevilacqua da Vicenza In Centro (Aprile 2023)
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